Un viaggio negli Stati Uniti può trasformarsi rapidamente da sogno americano a incubo finanziario se non si è preparati ad affrontare i costi astronomici del sistema sanitario locale, dove una semplice visita al pronto soccorso può costare quanto una vacanza intera.
Mentre in Italia diamo per scontata la copertura sanitaria universale, oltreoceano anche un banale incidente può generare fatture da migliaia di dollari, rendendo l’assicurazione sanitaria di viaggio non solo consigliabile ma praticamente indispensabile.
La buona notizia è che con una spesa contenuta – spesso inferiore ai 100 euro a settimana – è possibile viaggiare sereni, sapendo di essere protetti da massimali milionari e assistenza 24 ore su 24 in italiano.
I costi proibitivi della sanità americana: cifre che fanno riflettere
Immaginate di dover pagare 1.000-3.000 dollari per una semplice visita al pronto soccorso, senza contare eventuali esami, farmaci o trattamenti aggiuntivi – questa è la realtà quotidiana del sistema sanitario americano, dove persino il trasporto in ambulanza può costare fino a 2.125 dollari e quello in elicottero raggiungere cifre da capogiro come 200.000 dollari.
Per interventi più complessi, i costi diventano vertiginosi: un’appendicectomia può oscillare tra i 15.000 e i 30.000 dollari, mentre un ricovero ospedaliero base costa mediamente 2.000-3.000 dollari al giorno, senza includere eventuali interventi chirurgici che vengono tariffati a 65-170 dollari al minuto di sala operatoria.
Anche le prestazioni apparentemente minori nascondono costi elevati: una radiografia può variare da 190 a 1.000 dollari a seconda dello stato e della struttura, una TAC costa in media 398 dollari, mentre per immobilizzare una frattura con gesso si possono spendere da 2.500 a 10.000 dollari.
Persino i farmaci rappresentano una voce di spesa significativa: una semplice scatola di antibiotici generici può costare fino a 73 dollari, mentre i farmaci soggetti a prescrizione medica negli Stati Uniti hanno prezzi notevolmente superiori rispetto all’Europa, con aumenti che possono superare il 400% per alcuni medicinali comuni.
Sistema sanitario USA vs Italia: le differenze che ogni viaggiatore deve conoscere
La differenza fondamentale tra i due sistemi è che gli Stati Uniti non hanno una copertura sanitaria universale, essendo l’unico paese sviluppato dove la sanità funziona secondo logiche prettamente privatistiche, con strutture che fatturano direttamente al paziente ogni singola prestazione, esame o consulto medico.
Mentre in Italia la tessera sanitaria europea (TEAM) garantisce assistenza gratuita o a costi ridotti in tutti i paesi dell’Unione Europea, questo documento non ha alcun valore negli USA, dove non esistono accordi bilaterali con l’Italia per l’assistenza sanitaria ai turisti.
I programmi governativi americani come Medicare (per over 65) e Medicaid (per famiglie a basso reddito) sono riservati esclusivamente ai cittadini americani che rientrano in specifiche categorie, lasciando i turisti completamente scoperti e costretti a pagare di tasca propria qualsiasi prestazione medica.
Una nota positiva per i viaggiatori sono le Walk-in Clinics e gli Urgent Care Centers, strutture alternative al pronto soccorso tradizionale dove è possibile ricevere cure per patologie minori a costi più contenuti (75-350 dollari), gestite da paramedici e infermieri per problemi non gravi come infezioni, distorsioni o piccole ferite.
Cosa copre un’assicurazione sanitaria per gli Stati Uniti e quali garanzie cercare
Un’assicurazione viaggio negli USA completa deve innanzitutto garantire la copertura delle spese mediche e ospedaliere con massimali adeguati, preferibilmente superiori a 1 milione di euro, includendo il pagamento diretto alle strutture sanitarie americane senza che il viaggiatore debba anticipare somme considerevoli.
Le migliori polizze offrono assistenza telefonica 24/7 in italiano, fondamentale per orientarsi nel complesso sistema sanitario americano, oltre al rimpatrio sanitario qualora le condizioni del paziente richiedano il trasferimento in Italia, e la copertura Covid-19 che include test, cure e eventuale prolungamento del soggiorno per quarantena. Quest’ultima copertura, sebbene non sia più strettamente necessaria come nel 2021, è fortemente consigliata onde evitare prolungamenti del soggiorno con costi non trascurabili.
Elementi essenziali da verificare sono l’assenza di franchigie (o comunque inferiori a 100 euro), la copertura di visite specialistiche, esami diagnostici, farmaci prescritti e interventi d’urgenza, oltre alla presenza di eventuali sottolimiti che alcune compagnie applicano alle spese mediche non urgenti.
Le coperture accessorie più utili includono l’annullamento viaggio per imprevisti pre-partenza, la protezione del bagaglio in caso di smarrimento o furto, la responsabilità civile per danni involontari a terzi e il rimborso per ritardi aerei significativi, creando così un pacchetto completo di protezione.
Quanto costa proteggersi e massimali consigliati
Il costo di un’assicurazione viaggio per gli USA varia generalmente tra i 30 e i 150 euro a settimana, con una media di 45-100 euro per 7 giorni, un investimento minimo se paragonato ai potenziali costi sanitari che si potrebbero affrontare senza copertura.
I massimali consigliati partono da un minimo di 1-3 milioni di euro, ma l’ideale sono polizze con massimali di 5 milioni o illimitati.
È importante notare che il premio varia in base a diversi fattori: l’età del viaggiatore (con aumenti significativi dopo i 60-70 anni), la durata del soggiorno, le coperture aggiuntive scelte e il fatto che alcune compagnie applicano sottolimiti per spese non urgenti, aspetto da valutare attentamente in fase di confronto.
Come scegliere l’assicurazione giusta: errori da evitare e consigli pratici
L’errore più grave è sottovalutare l’importanza della franchigia: una polizza apparentemente economica ma con franchigia di 500 euro significa dover pagare di tasca propria i primi 500 euro di ogni sinistro, vanificando il risparmio iniziale – meglio investire qualche euro in più per una franchigia zero o minima.
Fondamentale è leggere attentamente le esclusioni nel fascicolo informativo: molte polizze economiche nascondono limitazioni significative come l’esclusione di sport anche non estremi, patologie preesistenti o specifiche prestazioni mediche, oltre a verificare che la compagnia offra il pagamento diretto e non il semplice rimborso successivo.
La polizza va stipulata prima della partenza e deve coprire l’intero periodo di permanenza, ricordando di stampare i documenti e salvare i numeri di emergenza della centrale operativa, preferendo compagnie con assistenza in italiano e possibilmente un’app mobile per gestire eventuali emergenze.
Un ultimo consiglio prezioso: in caso di necessità mediche, contattare sempre prima la centrale operativa dell’assicurazione che potrà indirizzare verso strutture convenzionate, autorizzare il pagamento diretto e fornire assistenza nella gestione della pratica, evitando incomprensioni linguistiche e burocratiche che potrebbero complicare ulteriormente una situazione già stressante.